i ritrattati

Aveva 102 anni Suor Maria Merendini, quando nel 1832 morì in povertà, nel fatiscente alloggio popolare di Roma in cui trascorse gli ultimi faticosi anni della sua vita.

Al suo interno, oltre al letto in ferro arruginito su cui giaceva, furono trovati solo un vecchio armadio senza ante, un comodino obliquo per l’assenza di un piedino, e un quadro valutato oggi diciotto milioni di euro.

Si trattava del “Papa rosa”, di Anton Raphael Mengs. Ritratto di Clemente XIII, realizzato nel 1758, quando la Merendini prestava servizio nella Basilica di San Pietro, come assistente particolare del Santo Padre. Fu lei, dietro richiesta del papa, a commissionare il quadro all’allora celebre pittore, ma l’immagine, per quanto fedele all’originale, fu considerata pericolosamente sovversiva dal Concilio Vaticano e, per questo, ne fu ordinata la distruzione.

Mengs dovette realizzare un nuovo dipinto consono ai canoni del cattolicesimo e Suor Maria Merendini fu condannata come eretica, con una pena di cinquant’anni, scontata presso il convento “madri silenziose” di Grottaferrata, in assoluto e totale isolamento, per evitare che potesse divulgare il segreto, controllata e servita da un carceriere sordo.

Non si è mai saputo come il quadro fu sottratto alla distruzione ordinata, nè in che modo Suor Maria ne rientrò in possesso. Si narra che sia stata lei stessa a nasconderlo per poi riprenderlo al termine del suo esilio.

L’unica certezza è che quel dipinto appartiene a una corrente pittorica per secoli osteggiata e combattuta, la cosiddetta arte scomoda, a cui appartengono tutte le opere svelate in questo libro.

Un libro che rivela l’arte nascosta della verità.

La vera finta verità.